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PROGETTO INFORMATICA |
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SOMMARIO
Titolo |
Dal testo all'ipertesto al testo multimediale ovvero Dall'interrogazione alla presentazione |
Destinatari | Tutti gli studenti |
Classi | Tutte le classi |
Svolgimento | In orario pomeridiano |
Finalità | Offrire agli studenti le conoscenze fondamentali di informatica e dei principali software per avviarli ad un uso corretto e responsabile sia delle risorse hardware sia delle risorse software |
Risorse strumentali |
Strumentazione hardware dell'aula informatica e relativo software già installato Videoproiettore digitale |
Risorse umane | Personale di assistenza all'aula informatica |
Durata | Annuale |
Verifiche |
Test di accoglienza prima dell'inizio dei corsi Test di verifica a conclusione dei corsi |
Oneri |
Minimo 10 ore per corsi base di alfabetizzazione Massimo 20 ore per corsi di livello avanzato |
Per
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Ogni tempo ha avuto una sua rivoluzione, vuoi politica, vuoi economica, vuoi culturale, vuoi religiosa, ecc. più o meno profonda, più o meno cruenta.
Il nostro tempo, il tempo che stiamo vivendo è attraversato, in modo trasversale, anch’esso da una rivoluzione che per fortuna è incruenta ma profondissima e in grado di coinvolgere tutti gli aspetti della società; essa è la “rivoluzione informatica” o della “cultura digitale”.
“Fino
all’invenzione del microprocessore, nel 1971, l’informatica era riservata
agli specialisti e i calcolatori erano quasi sempre confinati nei centri di
calcolo. Gli utenti appartenevano a poche categorie: esempi tipici erano gli
ingegneri...
La scuola era sostanzialmente immune da ogni esigenza diffusa di formazione informatica e la società considerava il calcolatore come un incomprensibile, utile e costoso oggetto da ingegneri. Non sembrava che ci fossero idee, concetti e metodi che valesse la pena diffondere. Curiosamente, invece, alcune grandi idee dell’informatica erano già mature: erano infatti già presenti le reti geografiche di calcolatori, i sistemi informativi distribuiti, la grafica al calcolatore e il CAD, la multimedialità, i grandi sistemi operativi, le grandi architetture dei multiprocessori”. [1]
Nella metà degli anni
ottanta, quando le interfacce grafiche (icone) cominciarono a sostituire il DOS
con i comandi testuali e la macchina computer diventa di più semplice
(intuitivo) utilizzo, “Anche
l’ambiente della scuola –continua l’articolo
di Pierluigi Della Vigna e Roberto Negrini -
comincia a interessarsi al PC,
inizialmente con qualche diffidenza, dovuta anche alla mancanza di mezzi e alla
necessità dell’aggiornamento dei docenti...
A
metà degli anni novanta del xx secolo, ecco l’ultimo grande passo, “la vera
partenza” dell’informatica nella società: la diffusione di Internet...
La
rete rende possibile la convergenza dei media: diventa tecnicamente possibile
usarle per fornire agli utenti il telefono, la TV, la radio, i film, i giornali,
i libri...
La
convergenza fra informatica e telecomunicazioni rende possibile la e-society, la
nuova società che nasce nei paesi ricchi ed è basata sulla rete,
caratterizzata da un nuovo modo di lavorare di comunicare, di acquisire
informazioni, di insegnare e di interagire con gli altri” [2]
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Inizia a cambiare, in modo sostanziale, anche la scuola e la didattica intesa come metodologia di trasferimento delle conoscenze e dei saperi alle nuove generazioni. Questa disciplina (informatica) o espressione culturale del nostro tempo sta attraversando e contaminando, pian piano, tutte le espressioni ed i linguaggi comunicativi che la società aveva nel tempo selezionato e fatto decantare. Ad esempio, sempre più spesso ed in forma sempre più estesa si parla di “videoscrittura”, “musica digitale”, “grafica digitale”, “modellazione digitale tridimensionale”, “rendering digitale”, “simulazione virtuale”, messaggi SMS”, “film in DVD” ecc. ecc. E’ chiaro che in questo cambiamento se la scuola non vuole rischiare l’emarginazione sociale deve adeguarsi ai mutati scenari sociali ed adeguare ad essi la didattica.
L’informatica ha una tale forza rivoluzionaria incruenta, ma spesso subdola e nascosta che come in un “buco nero” dello spazio converge tutta l’energia di quel sistema spaziale, nell’informatica “converge” e trova espressione ogni aspetto della cultura e della comunicazione: la forza di questa “espressione culturale” (informatica) sta proprio lì nella capacità di mettere in atto quel processo culturale detto “convergenza digitale” ove suoni, segni, tempo, immagini, colori, movimento, realtà, fantasia ecc. vi trovano espressione completa, significativa e significante.
Per questo, anche la scuola come parte della società, anzi, come istituzione fondamentale della società civile viene coinvolta da questa rivoluzione in forma consistente in ogni sua parte ed in particolar modo nell’aspetto didattico.
“Interrogandosi
proprio sulle pagine della nostra rivista (ITER 2000, 8) su cosa debba conoscere
oggi un individuo, Emanuele Severino –Docente
di filosofia teoretica all’ Università di Venezia- rispondeva
che deve cogliere il significato fondamentale della situazione storica in cui si
trova...
La
prima caratterizzazione forte dell’istruzione risiede proprio nella
comprensione del presente. La scuola, come sede ove il diritto enunciato deve
tramutarsi in effettività, ha innanzitutto il compito di educare alla
comprensione della contemporaneità...
Il
compito della scuola un tempo era circoscrivibile al fornire dati, cognizioni,
informazioni perché era il loro mancato possesso a precludere all’individuo
l’accesso al pieno esercizio della propria autonomia...
Ma
oggi lo scenario è diverso e il mutamento non si arresta: il contesto è quello
di una facile acquisizione di informazioni, anzi di un loro eccesso. Il compito
della scuola non va più individuato nel fornire altri datti, bensì nel dare
strumenti di decodifica, selezione, organizzazione e verifica delle molte
informazioni già ricevute,strumenti senza i quali si determina una nuova
situazione di minorità. Una minorità che si manifesta in modo palese o nella
sudditanza rispetto a informazioni da altri prodotte e selezionate, o
nell’incapacità di costruire gerarchie in un indistinto universo mediatico.”
[3]
La scuola deve, quindi, cambiare la propria funzione didattica: essa non deve più solo verificare quanto appreso ma promuovere e facilitare l’apprendimento inteso come capacità di costruire gerarchie e verificare informazioni. E’ necessario, pertanto, scambiare il prodotto (momento statico di acquisizione di contenuti) con il processo di apprendimento (momento dinamico di coinvolgimento nella scelta delle informazioni). “La verifica va fatta sul processo, mentre il prodotto è da considerare nient’altro che una conseguenza del processo. Il processo è l’elemento didatticamente rilevante”. [4]
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Lo studente deve passare dall’essere spettatore passivo e statico della trasmissione delle conoscenze e dei saperi ad una figura di attore e regista, nello stesso tempo, capace di valutare e selezionare le informazioni e le comunicazioni che arrivano da ogni dove visto, ormai, la sempre maggiore appartenenza a quello che è stato definito il “villaggio globale” della “e-society”.
Ecco, quindi, che dal testo che bisogna leggere, studiare, capire, acquisire, interiorizzare si passa all’ipertesto cioè ad un testo con collegamenti tra discipline, tra fatti, tra accadimenti, personaggi ecc. “Un ipertesto è quindi un testo,...multisequenziale,nel senso che i contenuti si possono comporre in diverse sequenze, e multilineare, nel senso che le diverse sequenze definiscono i diversi percorsi di lettura possibili dell’ipertesto”.[5]
Date le caratteristiche di
questo prodotto informatico che può essere navigato anche in forma non
sequenziale –a differenza di un
testo manoscritto, dattiloscritto o a
stampa- ed
in modo diverso da studente
a studente,
è necessario
avviare i
nostri studenti
alle conoscenze primarie
e fondamentali
dell’alfabetizzazione informatica
per evitare
che essi
diventino una “minorità”
come sostiene Mauro Palma.
Dall’ipertesto è facile passare, poi, al testo multimediale, cioè ad un testo ove suoni, immagini, testo, colori ecc. “convergono” in un “file digitale” che evidenzia proprio quella capacità di selezionare e di “costruire gerarchie” da parte dello studente .
“La
multimedialità è l’immediato vantaggio della convergenza digitale; il
formato digitale consente di gestire allo stesso modo e sincronicamente tutte le
tipologie di dati, testi, suoni, immagini, animazioni, filmati. Il multimedia è,
dunque, una combinazione accuratamente progettata di mezzi di natura diversa.
Per essere multimediale un documento deve comprendere almeno due tipologie –
immagini e suoni, testo e immagini, ecc.” [6]
Da quanto enunciato sopra ne discende che “l’interrogazione” come momento di verifica dell’acquisito cede il posto alla “presentazione” intesa come processo di istruzione che si articola fondamentalmente nei seguenti tre obiettivi di fondo
Capacità di leggere ed analizzare i fenomeni (realtà sociale)
Capacità di decodificare, selezionare ed organizzare la massa di informazioni. (realtà mediatica)
Capacità di collegare nello spazio e nel tempo in forma motivata tutti gli accadimenti culturali, politici, sociali, economici, ecc.
Questi tre punti sono sostanziali per una didattica
aderente ai tempi ed ai temi di una scuola in rapida evoluzione che con
passi sempre più veloci cerca di
recuperare il gap informatico o ritardo culturale generatosi tra
l’istituzione e la società civile di cui ne è parte. “Non bisogna quindi elaborare un’immagine più ‘nuova’ della
scuola o semplicemente un itinerario scolastico più coerente con il presente,
quanto piuttosto capire quali conoscenze siano in grado di garantire le
strutture conoscitive utili per la vita adulta, come acquisizione di criteri di
orientamento e comprensione della realtà, come educazione al riconoscimento dei
propri doveri e responsabilità ed esercizio dei propri diritti. Altrimenti la
scuola finisce col rimandare soltanto il problema dell’esclusione sociale: lo
sposta nella vita adulta, producendo così soggetti che, seppur forniti
formalmente di titolo di studio, rischiano una regressione verso forme di non
comprensione delle situazioni in cui sono immersi, di non governo delle
informazioni ricevute, e rischiano, in alcuni casi, perfino un analfabetismo di
ritorno” [7]
Se il progetto verrà approvato si definiranno, successivamente, le modalità, i tempi, le eventuali priorità, per la realizzazione dello stesso.
Per dar corpo al progetto, inoltre, è necessario arricchire l’aula informatica – ristrutturata lo scorso anno – di qualche altra postazione e renderla funzionale allo scopo mediante un uso responsabile della strumentazione da parte degli utilizzatori.
Per fare questo si consiglia, per il momento, quanto di seguito:
Acquistare ed installare su tutti i PC della rete un programma di gestione della stessa ( Il software ha lo scopo di gestire, salvaguardare e mantenere efficiente la rete locale a scopo didattico)
Programmare gli accessi mediante orario a prenotazione (Ho già predisposto e sperimentato un idoneo stampato sia per interventi antimeridiani in orario scolastico, sia per orari pomeridiani).
Prima di accedere alla postazione firmare il figlio di responsabilità della stessa (Anche per questa necessità ho già predisposto e sperimentato un idoneo stampato).
Evitare l’uso delle postazioni a tutte quelle persone che non hanno competenza o un minimo di familiarità con le strumentazioni.
Far acquisire la consapevolezza che l’aula informatica è un luogo di studio e, pertanto, deve essere trattata come tale.
Pescara
lì 27.07.2004
prof.
[1] Pierluigi
Della Vigna, Roberto Negrini; La dose minima d’informatica; estratto da
Iter n°16-17; Treccani, Roma 2002
[2] Pierluigi Della Vigna, Roberto Negrini: opera citata
[3] Mauro Palma: I contenuti dell’istruzione; estratto dall’articolo “La scuola nella trasformazione” ; Iter n° 16/17, Treccani, Roma 2002
[4] IRRSAE – CEDE – BDP; IRIDE: La gestione delle informazioni in ambiente educativo, Casa editrice IRRSAE Lazio, Roma 1996
[5] CreMISI: CREazione di Mediateche per Introdurre la Società dell’Informazione; Il Bibliotecario del Multimediale; Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 1999
[6] CreMISI: opera citata
[7] Mauro Palma: opera citata
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