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RIDIMENSIONARE  NON  E' INNOVARE

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Che ci fosse la necessità di un rinnovamento dell’istruzione artistica è fuori di dubbio quello che è stato proposto non è, certamente, “rinnovamento” ma solo un ridimensionamento di orario e di discipline.

Che si sentisse l’esigenza à di un ripensamento dell’istruzione artistica ponendola in relazione con la società di questo tempo che si caratterizza di tipo scientifico e tecnologico è vero, ma la proposta non mi pare risponda a questa esigenza.

E’ certamente vero che è necessario dare un taglio alle varie sperimentazioni che continuano, da 40 anni, a sperimentare (anni ’70 secolo scorso: anno integrativo per il Liceo artistico e biennio superiore sperimentale all’Istituto d’arte; anni ’90 secolo scorso: progetto Leonardo, Michelangelo, Brocca) senza enucleare risultati.

E’ pensabile che dopo 40 anni di sperimentazioni varie sia possibile definire una cornice chiara all’interno della quale muoversi, sulla base delle esperienze consolidate, e quindi addivenire ad un rinnovamento didattico e disciplinare; ma quello che la riforma propone è solo un drastico ridimensionamento degli orari e delle discipline.

E pensare che, ancora oggi, gran parte della nostra economia si basa sulle “valenze artistiche” e sulle “qualità estetiche” del prodotto made in Italy.

L’unica cosa chiara è che non ha senso continuare a mantenere la sterile suddivisione tra “licei” ed “istituti”, tra “operatori intellettuali” ed “operatori manuali”, così come non ha più senso parlare di “cultura scientifica” e “cultura umanistica” tenendole scisse e distinte giacché ogni espressione dell’uomo è un evento creativo unico e d’insieme, quindi comprensivo di ogni tipo di conoscenza.

Il disegno è un codice grafico con il quale è possibile analizzare, descrivere, verificare, ipotizzare e comunicare mediante segni grafici composti ed organizzati secondo leggi e regole codificate formanti il linguaggio che costituisce la comunicazione grafica come esplicitazione di un’idea, di un pensiero, di un’ipotesi, di un processo mentale, unico e diverso da soggetto a soggetto.

Poiché il disegno è una delle espressioni più complete dell’uomo e costituisce il segno tangibile del momento storico, esso prima di essere una mera espressione grafica è un processo, una elaborazione mentale, quindi culturale, sulla scorta delle conoscenze delle capacità elaborative, delle competenze e della sensibilità del singolo operatore. Il disegno è, quindi, fondamentalmente “un pensiero” espresso in forma iconica.

Avendo attraversato, come insegnante, le varie sperimentazioni ed i mutamenti sociali e culturali reputo necessario sganciare l’esperienza estetico-artistica dal concetto dell’evento inventivo, intuitivo, superficiale casuale, unico ed irripetibile per agganciarlo ad un risultato da ottenere come momento di sintesi di un processo metodologico, logico e congruente, strutturato secondo un procedimento mai rigido ma continuamente variabile, per essere in grado di rispondere concretamente e compiutamente alle domande ed alle sollecitazioni che provengono dal rapido evolvere del socio-culturale. “La creatività –sosteneva  Albert Einstein- si identifica in gran parte con il coraggio di ragionare

Per questo una società complessa e dinamica deve puntare ad una riforma non statica e bloccata ottenuta con tagli e ridimensionamenti ma ad adeguamenti.

     

 

      Data  20 gennaio 2010

       Elio Fragassi