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IL DISAGIO DEI DOCENTI ITALIANI Pubblicato su "La rivista della scuola" AnnoXXVI 1/31 dicembre 2004 n.7/8 |
In questi giorni diversi giornali stanno pubblicando l’indagine sulla scuola
a seguito del Rapporto dell’Ocse.
Vorrei dare un contributo alla discussione riportando l’esperienza personale,
quale docente di scuola media superiore alle soglie della pensione.
Tutto avviene per quel rapporto intrigante di reciproca stima e fiducia
che si stabilisce tra lo studente e il docente quando prendono vita forme di
onestà intellettuale e culturale che, andando oltre lo sterile (spesso) lavoro
della trasmissione nozionistica delle conoscenze,
s’innescano processi di ricerca continua e continuo adeguamento alle
necessità della società che muta che ti portano ad essere giovane anche oltre
i cinquanta anni, magari alla soglia della pensione.
E' vero che appaga sentirsi dire, da uno studente che continua negli
studi, di aver sostenuto i primi esami universitari studiando sugli appunti
delle tue lezioni, ma non paga né ripaga dei sacrifici e delle ore spese per
preparare lezioni, esercitazioni, test, verifiche ecc. che sono andate ben oltre
le poche ore d'insegnamento in classe e che nessuno, mai nessuno potrà
o vorrà riconoscere e quindi valutare e ricompensare.
Un precedente Ministro, anzi, offendendo nel più profondo la dignità
individuale, pur non avendo speso né una lira né un minuto per questo mio
autoaggiornamento, gratuitamente riversato all'Istituzione, aveva pensato che se
mi fossi sottoposto ad un Suo "concorsone" e l'avessi superato, forse,
mi poteva essere riconosciuto un qualche merito zittendomi, economicamente, con
una briciola.
Per valorizzare gli insegnanti basta restituire loro dignità e metterli in grado di lavorare senza che siano costretti a farsi continuamente scrupoli di coscienza (anche gli insegnanti hanno famiglia) prima di acquistare un libro, di fare un abbonamento ad una rivista, di partecipare a corsi d’aggiornamento seri (cioè svolti da personalità che stanno quotidianamente in prima linea e non da personaggi che da dietro lussuose scrivanie parlano di alunni, di classi e di scuole inesistenti) di acquistare una risma di carta per stampare appunti e lezioni, per non parlare delle cartucce d’inchiostro per la stampante, o dei collegamenti ad Internet o degli aggiornamenti dei programmi.
Elio Fragassi
Data 24.11.2004