Alto

Aggiornamento Attestati Bibliod'arte Carriera Classi Didattica Discipline Elaborati Incarichi Informatica Maturità Programmi Pubblicazioni Ricerca Scuola Titoli
BORSE  DI  STUDIO   PER . . . SOMARI

Home page

   

Pubblicato da "Il Centro" il 27- 06 - 2010
Risposta del collega Arcangelo Forcucci del 03 - 07- 2010  

In questa benedetta società di mistificazioni verbali, di manipolazioni educative, di incongruenze terminologiche e lessicali, arriva anche la borsa di studio per somari.

 Si ricorda che la borsa di studio viene concessa indipendentemente dal profitto scolastico degli alunni”. Questo è quanto riportato nel manifesto pubblico del comune di Montesilvano.

La borsa di studio, come esplicita e precisa in modo chiaro e con caratteri in grassetto il manifesto è “indipendente dal profitto scolastico”.

Allora mi chiedo: come può chiamarsi “borsa di studio” ?  Allora perché in ogni ambito si discute di come riconoscere e valorizzare il merito quando basta iscriversi (forse) ad una scuola (non è richiesta neanche la certificazione di iscrizione e/o frequenza) e prendere un due per avere la borsa di studio?

 Mi sia permesso ricordare al Sindaco che l’art. 34 della nostra Costituzione recita: ” La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradini più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze che devono essere attribuite per concorso”.

Dalla lettura del citato articolo mi pare chiaro che le condizioni principali per accedere a tale beneficio risiedano, anzitutto, nel riconoscimento del merito collegato allo studio e nelle competenze legate al profitto scolastico e non nella semplice mancanza di mezzi. Il beneficio, inoltre, dovrebbe essere assegnato per concorso e non a seguito della  semplice presentazione del modello I.S.E.E.

Ma, giustamente, come può farsi un concorso se non si riconosce valore al profitto scolastico !

Del resto mi rimane difficile capire a cosa possono servire i libri per chi non vuole studiare. Magari, avendoli avuti gratuitamente e vista la loro inutilità può provare a rivenderli nei mercatini con lo sconto del 50% sul prezzo di copertina.

 E intanto, nonostante la crisi, noi paghiamo per la formazione di una futura società costituita da onesti-falliti e furbi-somari.

Data 20 giugno 2010

 Elio Fragassi