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ACCERCHIATI DA IGNORANTI Pubblicato su "Il Centro" del 23.12.07 con il titolo "La scuola accerchiata da ignoranti" |
Accerchiati da ignoranti
Finalmente !
C'è voluto del
tempo ma qualcuno, finalmente, ha avuto il coraggio di rompere il ghiaccio.
Finalmente si
comincia ad ammettere che la scuola dei POF, dei progetti, degli spezzatini
culturali o dei miscugli di conoscenze che non portano a nulla ha esaurito il
suo tempo.
L’autonomia
presupponeva creatività, ma “la
creatività si identifica, in gran parte, con il coraggio di ragionare”
come asseriva Einstein.
Purtroppo questi
due termini “coraggio” e “ragionamento”
non si addicono ad una classe docente ideologizzata che per troppi decenni è
stata succube di poteri centralizzati e non doveva né ragionare né avere
coraggio.
Per un
cambiamento così radicale, che trasformava l’insegnante da spettatore ad
attore, non era sufficiente un cambio di nome ma una riforma di sostanza con la
messa a disposizione di ingenti risorse economiche.
Ma tutti i
governi hanno sempre tagliato i fondi per un “lavoro
improduttivo”, quale appare quello della scuola e degli insegnanti.
Ecco che, dopo
il furore iniziale, il POF si è trasformato in “progettificio”
e moltissimi insegnanti si sono accontentati delle briciole spesso, tra
l’altro, aspramente contese, livellando verso il basso i valori dei contenuti
e sconnettendo il quadro d’assieme.
Intanto, mentre
la scuola, a fatica, arrancava, la società avanzava a grandi falcate.
Se è vero che
la ricchezza di pensiero appartiene alla diversità, qualsiasi livellamento,
uniformando, impoverisce. Tanto è avvenuto nella nostra scuola. I miei piani di
lavoro attuali si sono dimezzati rispetto a quelli di dieci anni fa;
conseguentemente gli alunni di oggi acquisiscono metà delle conoscenze degli
stessi di dieci anni fa; in compenso però, la società di oggi richiede
maggiori prestazioni e capacità di pensiero. Ecco, quindi, che la forbice tra
"scuola" e "società" si allarga sempre di più con grave
danno per tutti noi che ci troviamo sempre di più di fronte a diplomati sempre
meno preparati in una società che, evolvendo, richiede, invece, molteplici
capacità e differenziate competenze.
I risultati dell’indagine PISA di questi giorni ne costituiscono la cartina di tornasole.
Siccome è mia convinzione che fin quanto non si avrà il coraggio di ammettere il fallimento non si avrà, neanche, la forza di reagire per ricominciare; mi auguro che questa volta sia la volta buona per avviare una inversione seria e responsabile che restituisca dignità alla principale agenzia educativa, formativa e produttiva dello Stato.
E' assolutamente necessario riattivare il motore intellettivo di tutti i nostri studenti, stimolarli allo studio perché la scuola torni a produrre cultura per una società ed uno Stato che hanno bisogno di rimettere in moto tutta l'intelligenza dei propri cittadini, intelligenza che è fonte di inestimabile ed inesauribile ricchezza sia per il singolo sia per la collettività nazionale.
Per fare questo è necessario tornare a distinguere con chiarezza il “diritto allo studio” dal “diritto al diploma” perché 9 milioni di diplomati impreparati non producono alcuna ricchezza ma sono un costo per la società.
A questo punto la scelta di restituire, o meno, dignità all’istituzione che ha il compito di formare gli individui di future generazioni spetta solo alla politica.
La scienza e la tecnologia sono in grado di metterci a disposizione strumenti didattici e formativi idonei ed adatti anche a recuperare un ritardo culturale diventato, in tempo di globalizzazione e di società della conoscenza, assolutamente insostenibile. Ormai l’e-learning, i learning object, gli e-book, i podcast, sono strumenti didattici a tutti gli effetti mediante i quali è possibile attivare percorsi didattici e processi di apprendimento, anche extrascolastici disponibili 24 ore su 24 per recuperare tempo e conoscenze.
E’ necessario,
inoltre, ripristinare alcuni valori fondanti come il merito, le valutazioni come
momenti di passaggio, lo studio come lavoro ed uso del tempo per acquisire
conoscenze, verificare competenze e sperimentare capacità.
Elio Fragassi
Data 08-12-2007