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ABRUZZESI PIU' CAPARBI DEL TERREMOTO Pubblicato su "Il Centro" del 08-05-'09 con il titolo "Forza abruzzesi più caparbi del sisma!" |
Carissimi fratelli aquilani,
mi stavo preparando a fare gli auguri di una “serena Pasqua” a tanti amici e colleghi quando il terremoto ha sconnesso i miei pensieri e disarticolato il mio vocabolario tanto da trovare una grandissima difficoltà a pensare, a parlare, a meditare, a comunicare.
Davanti a tanto disastro, a tante vite spezzate, a tanti giovani ai quali la forza della natura ha rubato il futuro, a tanti attimi divenuti eterni, a tante macerie fisiche, culturali, affettive, morali, l’unico grido di dolore che sono stato capace di emettere è stato il “silenzio”: un silenzio tanto profondo che mi è riecheggiato continuamente nel cervello bagnandomi, spesso, il viso.
Le note di un requiem di sirene, di sguardi assenti, di volti scomposti come maschere aleggiavano in ogni dove, mentre un formicaio di persone portavano aiuto e soccorso.
Il Signore di tutti e di ognuno accolga, secondo i suoi progetti, tutti quelli che ha chiamato, accetti le nostre misere preghiere, e ci perdoni le imprecazioni terrene.
Ora che il vocabolario dei pensieri comincia a ricostituirsi, le immagini iniziano ad assestarsi e le macerie ad essere metabolizzate, mi ritornano in mente le nostre caratteristiche di persone “forti” e “gentili”.
Questi caratteri, forgiati dalla fatica e sedimentati dal tempo, mi danno la certezza che noi avremo la “forza” di ricostruire tutto e con lo stesso impegno di “gentilezza” che portiamo dentro i nostri cuori e accarezziamo, quotidianamente, nei nostri pensieri.
Forza, ricominciamo, con la nostra caparbia volontà a costruire un futuro per tutti ed in particolare, per dovere, verso quei giovani che l’eternità ha scelto, anzitempo, di volere per compagni quella notte di primavera del 6 aprile alla 3 e 32.
Coraggio, supereremo anche questa durissima prova della vita con la nostra forza interiore che è grande e possente come il Gran Sasso.
Data 20. 04. 2009