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Oggi, con grande dispiacere, ho appreso leggendo alcuni articoli sui quotidiani e notizie dal web che le mie considerazioni sviluppate qualche tempo fa con gli articoli: “Costituzione e realtà: qualcosa non quadra” del 23.02.’09 e “Gli alunni migliori? Quelli dei corsi di recupero” del 09.04.’08 sono vere e dimostrate.
Così i titoli di alcuni quotidiani di oggi:
“Se lo Stato premia gli studenti e poi mette la tassa sul merito”
“La tassa sulla lode alla maturità”
“Maturità, beffa per i super bravi premio ridotto e anche tassato”
“Beffa sul premio ai più bravi sui mille euro per i 100 e lode vanno pagate anche le tasse”
“Bologna – I premi ai superbravi della maturità? Vanno tassati”
“Tassato il bonus agli studenti bravi”
“Meno soldi per i meritevoli e saranno anche tassati”
Come avevo messo in evidenza negli scritti, infatti, si è verificato un conflitto tra l’art. 34 della Costituzione che recita “I capaci e i meritevoli hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” e le operazioni concrete dello Stato che ha speso “55 milioni per i corsi di recupero destinati ai “somari”.
Quello stesso Stato, oggi, ridimensiona drasticamente il premio promosso ai meritevoli che si sono sacrificati per ottenere buoni risultati, senza che lo stesso spendesse nulla.
Questa notizia non ha fatto altro che confermare il secondo articolo.
Siccome gli alunni migliori ai quali bisogna assicurare il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi sono quelli per i quali i consigli di classe invocano i corsi di sostegno e le scuole organizzano i corsi di recupero spendendo ingenti somme, reputo essere, questi, meritevoli e capaci.
Allora mi tornano, nuovamente, i
brividi rileggendo il discorso di saluto di Barack Obama agli studenti americani
per l’inizio di questo anno scolastico quando dice che solo “. . .
lavorando sodo . . .[si crea la]
condizione necessaria per riuscire”
e più oltre “So
che a volte la tv vi dà l’impressione di poter diventare ricchi e famosi senza
dover davvero lavorare, diventando una star del basket o un rapper, o
protagonista di un reality. Ma è poco probabile, la verità è che il successo è
duro da conquistare”.
Questa scuola, invece, così facendo premia i peggiori
avvalorando il concetto che in Italia non serve studiare perché la cultura non
paga, mentre paga l’ignoranza.
Intanto, mentre il governo continua a finanziare i corsi
di recupero, argomenta di merito e capacità.
Data 28-10-2009