Farindola: Mio nonno Lorenzo
Questa
foto, eseguita per il passaporto,
risale attorno al 1910 Da precisare che: La cravatta è stata un'aggiunta successiva mediante ritocco fotografico. Sono state ritoccate, anche, la giacca e la camicia. |
Mio nonno Lorenzo nasce a Farindola (allora in provincia di Teramo) il 14 dicembre 1878.
L’unificazione del Regno d’Italia con la nascita dello Stato italiano era avvenuta da soli diciassette anni.
A quel tempo Farindola era un popoloso paese, del profondo Abruzzo, ai piedi del Gran Sasso.
Dal punto di vista demografico il paese, secondo i dati del censimento del 1871, contava 3434 abitanti come si può riscontrare alla voce “Farindola” dell’enciclopedia Wikipedia.
Come si può immaginare l’attività principale degli abitanti è l’agricoltura e la pastorizia. Questa seconda attività è molto praticata e risale nel tempo fino al periodo Romano.
Una nota a pag. 8 del testo di Vincenzo Barbieri riporta quanto di seguito:
Marziale decanta il cacio dei Vestini, (lib.13)
e Polibio riferisce che Annibale pervenuto nei nostri luoghi marittimi seppe
trarre profitto dall’opulanta e fertile provincia (Storia di Palma).
Infatti lo scrittore Stanislao Cretara nel suo opuscolo su Farindola dal titolo “Farindola nella sua leggenda di ieri, nella sua realtà di oggi nel suo magnifico divenire” stampato a Teramo dallo Stabilimento Arti Grafiche Appignani e pubblicato nel 1912 riferisce quanto di seguito: “In tempi non lontani diffamarono Farindola che conta circa 4000 abitanti paese alpestre e sede di inestancabili lavoratori. E la diffamazione si verifico per la uccisione dell’Ingegnere Barbieri avvenuta per l’opera di alcuni esaltati dalla troppe libazioni che scoprirono il lui il tiranno forestiere: Ma l’opera cattiva di pochi violenti non deve far peso sopra il capo di un popolo laborioso ed intelligente che è il popolo Farindolese”
ed ancora:
“Quei naturali sino a ieri passarono la vita in povere case, si nutrirono di
ordinari cibi, vestirono male; fino a ieri ignorarono i regolamenti sanitari.
Mal retribuiti dell’opera loro, vessati non si ribellarono.
Ma da tempo si sono
fatti emigratori, da tempo hanno giurato a se stessi di far fruttare le proprie
economie per formarsi la casa decente, per divenir proprietarii della terra che
lavorano, di far istruire le proprie creature. Come si scorge di leggieri i Farindolesi studiano per liberarsi dalle pastoie dell’ignoranza, per migliorare
se stessi. E nella luce di oggi sostituita alla oscurezza antica nel zampillo
d’acqua purissima che partendo dalle alpestri alture di Farindola darà salute a
tanti che l’attendono con ansia, si avviano quei naturali verso un migliore
avvenire. Assurgono a quei destini che creano il lavoro e lo studio, mercè i
quali la prepotenza come l’ignoranza tramonteranno per sempre”.
Il testo viene pubblicato nel 1912 e proprio in quell’anno tra i tanti emigranti c’è anche mio nonno Lorenzo imbarcatosi a Napoli il 30 marzo 1912 sulla nave “Cedric” per emigrare in America e “far fruttare le proprie economie per formarsi la casa decente, per divenir proprietarii della terra che lavorano, di far istruire le proprie creature”. Assieme a lui, sulla stessa nave, risultano imbarcati altri farindolesi che cercano, come tanti altri, fortuna in America.
Immagine della nave "Cedric" | Elenco passeggeri | Emigranti Farindolesi | Particolare dell'elenco relativo agli emigranti farindolesi |
Questo è l’elenco dei passeggeri provenienti da Farindola imbarcati sulla stessa nave:
Cirone Antonio anni 16
Perri Viola Vincenzo anni 29
Damiani Filippo anni 29
De Vincentis Luigi anni 28
Fragassi Lorenzo anni 33
Richiamato alle armi durante la prima guerra mondiale, a motivo della sua età – 37 anni - viene assegnato alle retrovie (lui mi diceva) ed alle operazioni di sussistenza svolgendo il periodo di servizio militare in un porto delle Marche (mi pare il porto di Falconara).
Terminata la prima guerra mondiale e congedato torna a Farindola continuando a svolgere la dura vita del contadino sulle balze della contrada Vicenne lavorando anche appezzamenti di terreno demaniale sulla conca di Rigopiano assegnati dal comune alla diverse famiglie.
Nonostante questo stato di cose, l’età e il duro lavoro dei campi da mandare avanti mentre i tre figli Giuseppe, Paolo e Antonio erano impegnati, con il servizio militare, su fronti diversi (mio padre Antonio in Grecia, sull’isola di Rodi) lui si dette da fare, come civile, cercando di salvare alcuni soldati.
In data 7 febbraio 1947, infatti, a meno di due anni dalla conclusione della guerra, viene recapitata al seguente indirizzo Sig. Fragassi Lorenzo, Farindola, Pescara una busta intestata “ON HIS MAJESTY’S SERVICE” inviata dal Quartier Generale Alleato mediante il servizio postale di sua maestà la busta assicurata n° 941 contenente “L’attestato di benemerenza” firmato dal Maresciallo Comandante Superiore delle Forze Alleate del Mediterraneo generale H. R. Alexander.
Busta - fronte | Busta - mittente | Certificato - fronte | Certificato - retro | Lettera accompagno |
L’attestato stampato su un foglio A/4 porta sulla facciata principale, in alto ed al centro, lo stemma della Monarchia Inglese con il testo in inglese a firma autografa del generale H.R. Alexander. Sul retro del foglio è trascritta la versione in italiano che dice:
Questo certificato
è rilasciato al Fragassi
Lorenzo Quale attestato di
gratitudine e riconosci- mento per l’aiuto
dato ai membri delle Forze Armate degli
Alleati che li ha messi in grado
di evadere od evitare di essere catturati dal nemico
1939-1945 |
Unitamente all’attestato la busta contiene una lettera ddi accompagnamento datata 7 febbraio 1947 così intestata:
“HEADQUARTERS ALLIED SCREENING COMMISSION (ITALY) A.P.O. S.551 C.M.F.” che recita come di seguito:
Tel: 843041 - 46
HEADQURTERS ALLIED SCREENING COMMISSION (ITALY) A. P. O. S. 551 C. M. F.
Gentile
Signore/ra
Ci è
grato trasmettere qui accluso il Certificato di
Benemerenza che i Governi Alleati Le inviano in
segno di riconoscenza per la preziosa assistenza
da Lei resa ai prigionieri di guerra alleati ed
a tutti coloro che cercavano di evadere alla
cattura, dopo la firma dell’Armistizio con
l’Italia nel 1943.
Siamo
spiacenti che un Ufficiale Alleato non sia
potuto venire nuovamente per consegnarLe di
persona il Certificato e ringraziarLa ancora una
volta. Ciò è dovuto al fatto che la nostra
Commissione sta per finire la sua attività ed il
lavoro di chiusura è ancora molto forte. Esprimiamo la più profonda gratitudine ed i ringraziamenti più vivi, a nome dei Governi Alleati e di tutti i soldati che Ella ha così coraggiosamente assistito e che serbano, viva riconoscenza. Nutriamo fiducia che i reciproci sentimenti di stima e di rispetto sorti durante i mesi di difficoltà e di pericolo nel corso dei quali Ella dette un così grande aiuto umanitario, si rafforzeranno con il passare degli anni.
Firma illeggibile per conto di H. G. DE BURGH – Ten. Col. GS. Comandante
Allied Screening Commission (Italy) C. M. F.
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Nel 1953, all’età di 75 anni si trasferisce dalla contrada Vicenne, seguendo mio padre, nel centro urbano.
Qui mio padre rileva l’attività di “lattaio” che porterà avanti fino al 1959 anno in cui si trasferisce, assieme a tutta la famiglia, nel comune di Montesilvano.
Mio nonno segue le nostre vicende trasferendosi anch’egli a Montesilvano dove è deceduto il 4 luglio 1967 all’età di ottantanove anni.
Quel giorno, lo ricordo come fosse ieri, stavo sostenendo l’esame di maturità; ed era il secondo giorno con la prova di architettura.
Data 14 dicembre 2013